domenica 13 marzo 2011

a cocuzza

arriviamo al giostrà che sono già le 3.30 del mattino. il butta all'ingresso ci avverte che l'ingresso costa 15 € con consuma, e che il locale chiuderà in mezzora.
sticazzi, ce ne andiamo.
vaghiamo un poco con la polo, per non passare davanti al blocco dei vigili in rotonda massarenti. finiamo per caso allo scalo, e ci pare un segno del destino perché mele ce ne aveva parlato all'inizio di quella lunga serata. ebbene, siamo costretti ad andare a prelevar contante perché l'ingresso costa 5 € + 5 € di tessera, senza consuma.
facciamo anche questa, perché non rinunciamo al fine serata.
ebbene, dieci euri per entrare più birra quattro euri. a cocuzza.
il locale è immenso, sgarrupato, intriso di puzza e di fumo, afffollato, techno appalla in diverse salette per ballare. non è mica male però.

il locale alternativo costa come la discoteca e offre quello che offre la discoteca: chiasso folla e alcol. solo che é sporco e puzzolente e frequentato da gente con abiti a buon mercato.

sabato 12 marzo 2011

nonviolenza e giustizia

la nonviolenza è, semplicemente, un'idea sbagliata.
una certa misura di prevaricazione e iniquità è il motore del mondo.

la giustizia è un concetto parziale e dinamico: se ne può parlare solo in relazione a casi particolari, e in relazione ad un passaggio di stato.

giovedì 10 marzo 2011

bah

ma come facevo a scrivere qui una volta? con quale ispirazione voglia coraggio?
scrivevo di me stesso poi, senza argomenti, senza referente che non fosse interno.
pagine e pagine di prosa lirica, se mi consentite.
bah.

martedì 22 settembre 2009

anime

ogni tanto ripenso a quello che mi si diceva quando ero piccino. ai tempi del supertele e del tango, della para siringa infetta e dei jeans con l'elastico.
i cartoni giapponesi sono brutti perché:
- sono violenti;
- pertanto incitano alla violenza;
- i personaggi hanno gli occhi troppo grandi;
- i personaggi parlano aprendo e chiudendo la bocca a scatti
e cose di questo genere.

mentre i cartoni della disney e di hanna e barbera e looney toones, quelli sì che sono belli.
topolino e paperino, il bip bip, tom e jerry.
e io, che ero un bambino falso, leccaculo e smidollato, dicevo che era vero, anche se non lo pensavo affatto e ogni volta che potevo guardavo ken il guerriero wattaaaa - atatatatatatatata! e i cavalieri dello zodiaco ali della feniceeeeeeee! per non parlare, forse un poco più tardi, del mistero della pietra azzura, di è quasi magia johnny etc etc etc.
e lo facevo di nascosto e non di nascosto, da solo o con gli amici, quando ero sereno e quando ero triste. e poi ne parlavo con gli amici, cercavo di rifare alcune tavole con le chine colorate, compravo addirittura japan magazine - ricordo agli appassionati dell'epoca il mitico drago.

a me i cartoni della disney in tv mi hanno sempre fatto un po' schifo, noia, ma soprattutto... malinconia.
sapete che vi dico?
che c'è un abisso tra i cartoni americani e quelli giapponesi, a vantaggio dei giapponesi.

le avventure "comiche" di bunny o del coyote sfigato, ma anche del pippo pasticcione o cose così, si svolgono un'atmosfera senza quando e senza perché, i personaggi sono appiattiti nelle cazzate che fanno, sono profondamente disumani. non sono teneri: sono dei mostri, perché sono senza volto, senza identità. sono impersonali.

la mancanza di senso mi ha sempre gettato nello sconforto. mentre nei cartoni giapponesi l'universo gronda di sentimenti, di valori, di impegno e sacrificio, di ironia... di senso. è un senso semplificato, ma ricco di energia e positività. persino nelle storie più violente (si pensi all'ambizione di raoul, alla giustizia tormentata di ken, all'altruismo di toki, alla dedizione di rei) e in quelle più assurde (l'amore ingenuo e impertinente di lamù, la leggerezza maldestra di ataru, e ancor più il senso di... solidarietà che lega tutti gli strambi personaggi di quel fantastico cartone). per non parlare delle storie più ricche e mature (johnny, sabrina e tinetta, oppure jean, nadia, rebecca e gli altri).

è vero: con gli amici alle elementari ogni tanto ci pestavamo fingendo di essere cavalieri dello zodiaco (ma in forma parodica: il porco nascente, le ali della pernice, il fulmine di claudicus - è tutto vero, chiedete pure).

ma eravamo correttissimi, attenti a non farci male per davvero, profondamente leali gli uni con gli altri. vinceva non chi picchiava di più, ma chi aveva la trovata più geniale. tecniche segrete dai nomi mirabolanti, dialoghi improvvisati degni delle sceneggiature dei maestri.
sfogavamo la nostra aggressività in un mondo di fantasia.

il prossimo che mi tocca gli anime, lo smuso.

quando ci vuole

mavvaffanculo giovanni!